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Fermare Israele. Le firme del mondo sulla via di Teheran

Un appello urgente denuncia le gravi violazioni del diritto internazionale da parte del regime israeliano contro l’Iran, chiedendo l’intervento immediato delle Nazioni Unite per fermare l’aggressione, proteggere i civili e salvaguardare la legalità globale.

Fermare Israele. Le firme del mondo sulla via di Teheran
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8 Luglio 2025 - 13.22


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Non solo Gaza. Proprio nel pieno dell’aggressione israeliana all’Iran (la guerra dei 12 giorni che rischiava di innescare una guerra molto più vasta), avevo firmato questo appello partito dall’Iran e rivolto al segretario generale dell’ONU e alla direttrice generale dell’UNESCO. Mi sono ritrovato in una compagnia di firmatari che abbraccia tutto il mondo, assieme a personalità davvero illustri e coraggiose, inclusi tanti occidentali e molti esponenti del mondo ebraico che rifiutano l’eresia genocida della classe dirigente israeliana e dei suoi complici. L’ho tradotto in italiano e ve lo ripropongo, per la forza precisa con cui riafferma i diritti violati dall’aggressione israeliana. Il tema rimane più che mai caldo, perché quella che fin qui si è vista è solo una tregua, mentre i propositi bellicosi rimangono in campo, pronti a nuovi pericolosi e criminali avventurismi.

Buona lettura!

Pino Cabras

…..

Destinatari:

Sua Eccellenza Sig. António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite

Sua Eccellenza Sig.ra Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO.

—– Oggetto: Appello urgente per un’azione contro l’aggressione militare illegale del regime israeliano contro l’Iran —-

Eccellenze,

Il sottoscritto presenta questa formale protesta contro le continue e illegali aggressioni del regime israeliano nei confronti dell’Iran, iniziate il 13 giugno 2025. Tali attacchi costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. Gli attacchi sistematici mettono a rischio la stabilità regionale, la vita dei civili, l’integrità ecologica e il patrimonio culturale globale, superando il semplice conflitto geopolitico e divenendo una minaccia esistenziale a livello internazionale. La scelta deliberata di bersagliare civili, aree residenziali e istituzioni sovrane mina l’ordine giuridico internazionale, rischiando una catastrofe irreversibile. La situazione richiede un intervento urgente prima che siano esaurite le capacità diplomatiche e di mitigazione. Si sollecita con forza che questo appello non venga considerato come una procedura ordinaria, ma come un solenne e definitivo appello urgente all’azione — un appello che rende necessaria l’immediata e coordinata mobilitazione di tutte le risorse giuridiche, diplomatiche e istituzionali, al fine di prevenire l’avvio di una disintegrazione sistemica irreversibile della legittimità e della credibilità delle istituzioni internazionali.

I dati verificati confermano un’aggressione sistematica e deliberata contro la popolazione civile iraniana e le infrastrutture critiche. Non si tratta di danni collaterali, ma di una strategia mirata a smantellare i pilastri della vita civile, in particolare nei settori della sanità, istruzione, ricerca scientifica, energia e conservazione culturale.

Ad oggi, gli attacchi israeliani in Iran hanno causato oltre 415 morti e circa 1.550 feriti, il 90% dei quali civili, con un alto numero di donne e bambini tra le vittime. Sono stati colpiti intenzionalmente anche scienziati e ufficiali militari di rilievo. Gli attacchi su zone residenziali, ospedali, centri di ricerca e siti religiosi evidenziano una violenza indiscriminata priva di legittimità militare.

Al momento del presente appello, le forze israeliane hanno condotto 125 attacchi su aree residenziali, civili, governative, scientifiche, industriali e militari. L’ampiezza geografica e la frequenza degli attacchi rivelano un’escalation coordinata in grave violazione dei principi di “distinzione” e “proporzionalità” sanciti dal diritto internazionale umanitario.

I danni materiali sono estesi. I danni fisici immediati sono stimati tra i 3,2 e 4,9 miliardi di dollari, mentre le perdite economiche a lungo termine superano i 10 miliardi a causa del crollo infrastrutturale e del calo delle entrate petrolifere. La distruzione di aeroporti, impianti idrici, raffinerie e siti nucleari ha paralizzato i servizi essenziali e la vita pubblica.

Il comportamento aggressivo del regime israeliano rappresenta una violazione grave della Carta dell’ONU, del diritto internazionale umanitario, delle leggi di guerra e delle norme universali sui diritti umani. Si tratta di una grave lesione del principio di sovranità nazionale, con conseguenze catastrofiche sulla vita civile, sulle infrastrutture e sulla stabilità internazionale.

  • Ai sensi dell’articolo 2(4) della Carta ONU, l’uso della forza è vietato se non autorizzato dal Consiglio di Sicurezza o giustificato dall’autodifesa secondo l’articolo 51. Le azioni del regime israeliano soddisfano la definizione di aggressione di cui alla Risoluzione dell’Assemblea Generale ONU 3314 (1975), e sono perseguibili ai sensi dello Statuto di Roma e della Convenzione del 2010 sul crimine di aggressione.
  • Gli attacchi violano costantemente il diritto umanitario, soprattutto il principio di distinzione (Articolo 48 del Protocollo Addizionale I del 1977 e Regola 1 del Diritto Internazionale Umanitario consuetudinario). Gli attacchi a case, ospedali, scuole e siti culturali violano gli articoli 51(2) e 52(2), nonché la regola 14 che proibisce danni collaterali eccessivi. Vi sono prove di violazioni della regola 103 sul divieto di punizioni collettive.
  • Anche il principio di proporzionalità (Articolo 51(5)(b) del Protocollo I) è stato violato. Gli attacchi alle infrastrutture idriche ed energetiche hanno causato crisi umanitarie sproporzionate ai fini militari, con blackout, scarsità d’acqua e collasso dei sistemi sanitari.
  • Gli attacchi a strutture scientifiche e nucleari violano gli Accordi di salvaguardia dell’AIEA, le risoluzioni GC(XXIX)/RES/444 e GC(XXXIV)/RES/533. Tali azioni violano l’Articolo 1 della Convenzione del 1994 sulla sicurezza nucleare e richiamano precedenti attacchi già condannati, in particolare la Risoluzione 487 (1981) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite relativa al reattore Osirak in Iraq.
  • Le uccisioni mirate di scienziati e ufficiali sono omicidi extragiudiziali, in violazione dell’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e configurano crimini di guerra secondo lo Statuto di Roma, in particolare quando è assente il dovuto processo.
  • Gli attacchi a siti che contengono forze pericolose (reattori nucleari, impianti chimici) violano l’articolo 56 del Protocollo I e la Regola 42 del DIU consuetudinario, che impongono precauzioni per evitare danni ambientali e civili su larga scala.
  • La distruzione di università, patrimoni culturali e istituzioni di ricerca viola l’art. 15(1)(b) del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (1966), ostacolando lo sviluppo nazionale e il patrimonio culturale e scientifico globale.

Alla luce delle gravi e crescenti violazioni sopra esposte, e in conformità con le responsabilità giuridiche e morali attribuite agli organismi sotto la vostra giurisdizione, sollecitiamo l’immediata attuazione delle seguenti misure per tutelare il diritto internazionale e prevenire danni irreversibili all’ordine globale e alla comunità internazionale:

  1. una condanna formale e inequivocabile degli attacchi del regime israeliano, riconoscendoli come violazioni del diritto internazionale — inclusi, ma non limitatati ad essi, il diritto internazionale umanitario, le norme sui diritti umani e le leggi sulla sicurezza nucleare — nonché come un affronto alla sovranità della Repubblica Islamica dell’Iran e alla pace e sicurezza internazionali..
  2. La convocazione urgente di una sessione straordinaria del Consiglio di Sicurezza e/o dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (in base alla formula “Uniting for Peace”) per discutere le conseguenze giuridiche e geopolitiche delle azioni del regime israeliano.
  3. L’istituzione di una missione internazionale d’inchiesta imparziale sotto l’egida dell’ONU, con il coinvolgimento dei Relatori Speciali competenti, per indagare sulla legittimità e sull’impatto umanitario degli attacchi
  4. Il deferimento delle aggressioni alla Corte Penale Internazionale, per un esame preliminare ai sensi degli articoli 7 e 8 dello Statuto di Roma.
  5. L’adozione di una risoluzione vincolante che imponga la cessazione delle ostilità, il risarcimento dei danni e garanzie di non ripetizione.
  6. L’invio da parte dell’UNESCO di esperti per valutare i danni subiti dalle istituzioni educative, scientifiche e culturali.
  7. L’emanazione di misure internazionali di salvaguardia per proteggere gli impianti nucleari dagli attacchi militari.

Questa non è una crisi nazionale, né una questione regionale, ma un grave attacco all’ordine giuridico e morale che sostiene le fondamenta universali e condivise del diritto internazionale e della civiltà. Il silenzio e l’inazione comporterebbero un degrado irreversibile dell’ordine internazionale, mettendo a rischio la pace, il sapere e la sopravvivenza dell’umanità stessa. Il popolo iraniano, unito, sostiene la propria nazione e condanna moralmente il regime sionista.

Ora è il momento di agire — con decisione, legalità e urgenza.

Esortiamo le Vostre Eccellenze ad agire.

Distinti saluti,

21 giugno 2025

Prof. Saied Reza Ameli (IRAN)

Titolare della Cattedra UNESCO su Ciberspazio e Cultura: Doppia spazializzazione del Mondo (UCCC)

(UNESCO n. 2015IR1107), Preside della Facoltà di Studi – Università di Teheran.

Firmatari:

Prof. Seyed Mohammad Marandi (IRAN)

Professore all’Università di Teheran

Massoud Shadjareh (IRAN)

Presidente della Commissione Islamica per i Diritti Umani – Londra, con status consultivo presso il Dipartimento ONU per gli Affari Economici e Sociali

Scott Ritter (USA)

Ex ispettore per le armi della Commissione Speciale delle Nazioni Unite

Prof. Norman Finkelstein (USA)

Politologo, figlio di sopravvissuti all’Olocausto

Prof. Richard Falk (USA)

Professore emerito di diritto internazionale a Princeton, ex Relatore Speciale dell’ONU

Prof. Jan Kavan (Repubblica Ceca)

Presidente dell’Assemblea Generale ONU 2002–2003, ex Ministro degli Esteri

Prof. Yanis Varoufakis (Grecia)

Economista, ex Ministro delle Finanze, professore a Londra, Sydney e Atene

Denis Halliday (Irlanda)

Ex Vice Segretario Generale ONU, ex Coordinatore Umanitario ONU in Iraq

Alberto Bradanini (Italia)

Ex direttore degli Istituti ONU per la Ricerca sul Crimine, ex ambasciatore in Iran e Cina, presidente del Centro Studi sulla Cina Contemporanea

Hans-Christof Graf von Sponeck (Germania)

Ex Vice Segretario Generale ONU, ex Coordinatore Umanitario ONU in Iraq

Cindy Sheehan (USA)

Attivista pacifista e scrittrice, candidata vicepresidente 2012 per il Peace and Freedom Party

Gen. Raimondo Caria (Italia)

Generale in congedo dell’Esercito Italiano

Dott. Ajamu Baraka (USA)

Candidato vicepresidente per il Partito Verde nel 2016, direttore di Black Alliance for Peace

Aiman Athirah Sabu (Malaysia)

Vice Ministro per l’Abitazione, già parlamentare e vice Ministro per le Donne e la Famiglia

Alain Corvez (Francia)

Ex consigliere del comando delle forze ONU nel Libano del Sud

Ralph Bosshard (Svizzera)

Ex consigliere militare del Segretario Generale dell’OSCE

Mick Wallace e Clare Daly (Irlanda)

Ex europarlamentari, politici

Tommy Sheridan (Scozia)

Ex membro del Parlamento Scozzese

Prof. Jean Bricmont (Belgio)

Fisico teorico e filosofo della scienza, professore all’Università Cattolica di Lovanio

Dott. Michael Springmann (USA)

Ex diplomatico, avvocato

David Barsamian (USA)

Fondatore e direttore di Alternative Radio, scrittore

Art Olivier (USA)

Ex candidato vicepresidente per il Partito Libertario, ex sindaco di Bellflower (CA)

Pino Cabras (Italia)

Ex vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, responsabile esteri del partito Democrazia Sovrana e Popolare

Prof. Santiago Zabala (Spagna)

Filosofo e professore di ricerca ICREA all’Università Pompeu Fabra

Prof. Michel Chossudovsky (Canada)

Economista, professore emerito all’Università di Ottawa, direttore del Centre for Research on Globalization

Prof. Farid Esack (Sudafrica)

Commissario per la parità di genere nominato da Nelson Mandela, docente a Johannesburg e Harvard

Prof. Hamid Algar (USA)

Professore emerito di Studi Persiani all’Università della California, Berkeley

Imam Suhaib Webb (USA)

Ex imam del Centro Culturale Islamico di Boston, ex studioso residente all’Università di New York

Iurie Roșca (Moldavia)

Ex vice primo ministro e parlamentare per quasi 20 anni

Datuk Raja Kamarul Bahrin (Malaysia)

Ex Vice Ministro per l’Abitazione e il Governo Locale

Sara Flounders (USA)

Codirettrice dell’International Action Center, membro della Segreteria del Workers World Party

Sheikh Ahmad Awang (Malaysia)

Presidente dell’Alleanza delle Moschee Mondiali per la Difesa di Al-Aqsa, ex presidente dell’Associazione degli Ulema malesi

David Swanson (USA)

Direttore esecutivo di World Beyond War, attivista pacifista

MP Suhaizan Kayat (Malaysia)

Deputato del Partito Nazionale della Fiducia, ex segretario politico dei Ministri per il Commercio Interno

Prof. Mazin B. Qumsiyeh (Palestina)

Direttore del Museo di Storia Naturale e dell’Istituto per la Biodiversità dell’Università di Betlemme

MP Mohd Sany Hamzan (Malaysia)

Deputato del Partito Nazionale della Fiducia

Prof. Ramón Grosfoguel (Porto Rico)

Sociologo, professore emerito all’Università della California, Berkeley

Dott.ssa Zareena A. Grewal (USA)

Antropologa storica, professoressa a Yale, regista di documentari

MP Aminolhuda Hassan (Malaysia)

Deputato del Parlamento

Prof. Abbas Edalat (Regno Unito-Iran)

Professore di informatica e matematica all’Imperial College di Londra, fondatore di CASMII (Campagna contro le sanzioni e l’intervento militare in Iran)

MP Ahmad Tarmizi bin Sulaiman (Malaysia)

Deputato del Parlamento, già vicepresidente del Consiglio Consultivo Islamico della Malesia

Dott.ssa Alice Rothchild (USA)

Ex professoressa alla Harvard Medical School, autrice e regista

MP Azli Yusof (Malaysia)

Deputato del Partito Nazionale della Fiducia

Prof.ssa Jodi Dean (USA)

Teorica politica, professoressa al Hobart and William Smith Colleges, ex Erasmus Professor alla Erasmus University di Rotterdam

Sen. Mohd Hatta Ramli (Malaysia)

Senatore, medico, già Vice Ministro per lo Sviluppo Imprenditoriale

Prof. Haim Bresheeth (Regno Unito)

Ex professore alla School of Oriental and African Studies (SOAS), Università dell’East London

Sen. Mujahid Yusof Rawa (Malaysia)

Senatore, ex Ministro per gli Affari Religiosi

Prof. James H. Fetzer (USA)

Professore emerito di filosofia della scienza all’Università del Minnesota-Duluth

Abdul Ghani Samsudin (Malaysia)

Presidente della Segreteria dell’Assemblea degli Ulema dell’Asia

Miko Peled (USA)

Attivista pacifista e autore

Wan Mohamad Sheikh Abdul Aziz (Malaysia)

Presidente dell’Associazione degli Ulema della Malesia, ex direttore generale del Dipartimento per lo Sviluppo Islamico

Rev. Dr. Stephen Sizer (Regno Unito)

Ex vicario della Christ Church di Virginia Water (Surrey), direttore della Peacemaker Trust

Prof. William O. Beeman (USA)

Professore emerito di antropologia all’Università del Minnesota

Lauren Booth (Regno Unito)

Scrittrice, giornalista e attivista contro la guerra

Prof. Kevin B. MacDonald (USA)

Professore emerito di psicologia evoluzionistica alla California State University, Long Beach

Prof. Lawrence Davidson (USA)

Professore emerito di storia del Medio Oriente alla West Chester University

Prof. Augusto Sinagra (Italia)

Professore emerito di diritto europeo all’Università “La Sapienza” di Roma

Prof. Claudio Mutti (Italia)

Ex docente all’Università di Bologna, direttore della rivista Eurasia, Rivista di Studi Geopolitici

Prof. Claudio Moffa (Italia)

Ex docente di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università di Teramo

Prof. Angelo d’Orsi (Italia)

Storico della filosofia, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Torino

Prof. David Miller (Regno Unito)

Sociologo, già professore alle Università di Strathclyde, Bath e Bristol

Prof. Jacek Bartyzel (Polonia)

Professore di filosofia politica e teoria politica all’Università Nicolaus Copernicus

Ali Hassan (Regno Unito)

Direttore del Muslim Public Affairs Committee UK

Dott.ssa Laurie King (USA)

Docente di antropologia all’Università di Georgetown

Prof.ssa Maria Poumier (Francia)

Ex docente all’Università della Sorbona, oggi docente all’Università dell’Avana

Prof. Denis Rancourt (Canada)

Ex professore all’Università di Ottawa, co-direttore di CORRELATION Research in the Public Interest

Prof. Rodney Shakespeare (Regno Unito)

Economista e professore presso l’Università Trisakti

Prof. Bruno Drweski (Francia)

Docente presso l’Istituto Nazionale di Lingue e Civiltà Orientali (Université Paris-Cité)

Prof.ssa Pamela S. Murray (USA)

Storica, professoressa emerita all’Università dell’Alabama a Birmingham

Dott. E. Michael Jones (USA)

Ex docente al Saint Mary’s College (Indiana), fondatore della rivista Culture Wars

Sandew Hira (Paesi Bassi)

Fondatore della Rete Internazionale Decoloniale, direttore dell’Istituto Internazionale per la Ricerca Scientifica

Dott. Denijal Jegić (Libano)

Docente di comunicazione all’Università Americana del Libano

Dott. Konrad Rekas (Polonia – Scozia)

Docente alla Nottingham Trent University

Dott. Ladislav Zemanek (Repubblica Ceca)

Storico, ricercatore presso il China-CEE Institute, ex politico

Dott.ssa Marta Araújo (Portogallo)

Ricercatrice senior presso il Centro di Studi Sociali dell’Università di Coimbra

Daniel Estulin (Lituania)

Scrittore, studioso, esperto del gruppo Bilderberg

Robert Fantina (Canada)

Membro del consiglio direttivo di Canadian Voices for Palestinian Rights

Alison Weir (USA)

Giornalista investigativa, fondatrice di If Americans Knew, presidente del Council for the National Interest

David Rovics (USA)

Cantautore pacifista

Jennifer Loewenstein (USA)

Attivista e giornalista, collaboratrice di Journal of Palestine Studies e CounterPunch

Pepe Escobar (Brasile)

Analista geopolitico e giornalista

William Rodriguez (USA)

Attivista contro la guerra

Rabbi Ahron Cohen (Regno Unito)

Portavoce del gruppo religioso ebraico Neturei Karta

John Minto (Scozia)

Co-presidente del Palestine Solidarity Network Aotearoa

Dott.ssa Yvonne Ridley (Regno Unito)

Giornalista, autrice e attivista contro la guerra

Dott.ssa Valérie Bugault (Francia)

Analista geopolitica e giornalista

Prof. Ahmed Bensaada (Canada)

Accademico, scrittore, vincitore del Premio del Primo Ministro del Canada per l’insegnamento superiore

Dott. Christian Bouchet (Francia)

Ex politico e attivista contro la guerra, dottore in antropologia

Jean Michel Vernochet (Francia)

Ex giornalista di Le Figaro Magazine, scrittore

Dott. Kevin J. Barrett (USA)

Arabista e islamologo, già professore all’Università del Wisconsin–Madison

Rev. Dr. Andrew Ashdown (Regno Unito)

30 anni di iniziative e dialoghi interreligiosi in Africa, Medio Oriente e Regno Unito

Youssef Hindi (Francia)

Scrittore, storico delle religioni e geopolitologo

Rabbi Dovid Feldman (USA)

Membro del gruppo religioso ebraico Neturei Karta

Sander Hicks (USA)

Chitarrista, editore e attivista pacifista

Peter Koenig (Svizzera)

Economista e analista geopolitico con oltre 30 anni di esperienza presso la Banca Mondiale, l’OMS e la Cooperazione Svizzera allo Sviluppo

Imam Muhammad al-Asi (USA)

Ex imam del Centro Islamico di Washington, ricercatore presso l’Istituto per il Pensiero Islamico Contemporaneo

Padre Dave Smith (Australia)

Educatore sociale, attivista contro la guerra

Jürgen Cain Külbel (Germania)

Giornalista investigativo e scrittore

Greta Berlin (USA)

Cofondatrice del movimento Free Gaza

Eric Walberg (Canada)

Esperto geopolitico e scrittore

Merlin Miller (USA)

Candidato indipendente alle presidenziali 2012, regista cinematografico

Howard Druan (USA)

Membro del Partito Verde, ex avvocato iscritto all’Ordine dell’Arizona

Adrián Salbuchi (Argentina)

Analista politico e scrittore

Dragana Trifković (Serbia)

Direttrice del Centro per gli Studi Geostrategici di Belgrado

Hafsa Kara-Mustapha (Regno Unito)

Giornalista e autrice, esperta delle relazioni tra il Nord Africa e il Regno Unito

Prof.ssa Paulina Aroch Fugellie (Messico)

Docente al Dipartimento di Scienze Umane dell’Università Autonoma Metropolitana

Dott. Lorenzo Maria Pacini (Italia)

Responsabile del Dipartimento di Geopolitica presso UniDolomiti di Belluno, docente alla Libera Università

Nina Luxenberg (USA)

Politica e membro del Partito Verde

Lucien Cerise (Francia)

Autore di Gouverner par le chaos, attivista contro la guerra

Prof.ssa Andrea Meza Torres (Messico)

Docente al Dipartimento di Antropologia dell’Università Autonoma Metropolitana

Dott. Abdullah Sudin Ab Rahman (Malaysia)

Presidente di HALUAN (aiuti umanitari, istruzione e sviluppo comunitario), ex direttore esecutivo del Darulnaim College of Technology

Leslie Varenne (Francia)

Giornalista, fondatrice dell’Istituto per il Monitoraggio e lo Studio delle Relazioni Internazionali (Iveris)

Dott. Daniele Trabucco (Italia)

Professore ordinario di diritto costituzionale presso l’Istituto Universitario San Domenico di Roma

Dott. Leonid Savin (Russia)

Analista geopolitico, direttore di Geopolitika.ru, fondatore della Journal of Eurasian Affairs

Prof. Jeff Cohen (USA)

Professore in pensione all’Ithaca College, cofondatore del RootsAction Education Fund

Caleb Maupin (USA)

Fondatore del Center for Political Innovation, giornalista

Zaher Birawi (Regno Unito/Palestina)

Presidente del Palestine Forum of Britain, giornalista

Muhammad Rabbani (Regno Unito)

Direttore generale di CAGE International, gruppo per i diritti e l’empowerment

Margherita Furlan (Italia)

Giornalista e direttrice di Casa del Sole TV

Thami Khalid (Belgio)

Codirettore di Justice Sans Frontières

Jacob Cohen (Francia)

Accademico, romanziere e attivista contro la guerra

Richard Ray (USA)

Editore e attivista pacifista

Ernest H. Wittenbreder Jr. (USA)

Presidente del Power Electronics Innovations Laboratory

Mary Gleysteen (USA)

Membro del Ground Zero Center for Nonviolent Action

Dott. Shahridan Faiez (Malaysia)

Direttore di Think City

Balkhisa Bashir (Regno Unito)

Cofondatrice e direttrice della Barwaqa Relief Organisation

Dott. Michael Spath (USA)

Fondatore dell’Indiana Center for Middle East Peace

Gordon Duff (USA)

Veterano della guerra del Vietnam, attivista contro la guerra

Mohd Azmi Abdul Hamid (Malaysia)

Presidente del Consiglio Consultivo delle Organizzazioni Islamiche della Malesia

Ahmad Fahmi Shamsuddin (Malaysia)

Presidente del Movimento Giovanile Musulmano della Malesia

Glen Milner (USA)

Ground Zero Center for Nonviolent Action

Wording Saidi (Belgio)

Portavoce delle Pantere di Bruxelles

Mouhad Reghif (Belgio)

Portavoce delle Pantere di Bruxelles

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