Non solo Gaza. Proprio nel pieno dell’aggressione israeliana all’Iran (la guerra dei 12 giorni che rischiava di innescare una guerra molto più vasta), avevo firmato questo appello partito dall’Iran e rivolto al segretario generale dell’ONU e alla direttrice generale dell’UNESCO. Mi sono ritrovato in una compagnia di firmatari che abbraccia tutto il mondo, assieme a personalità davvero illustri e coraggiose, inclusi tanti occidentali e molti esponenti del mondo ebraico che rifiutano l’eresia genocida della classe dirigente israeliana e dei suoi complici. L’ho tradotto in italiano e ve lo ripropongo, per la forza precisa con cui riafferma i diritti violati dall’aggressione israeliana. Il tema rimane più che mai caldo, perché quella che fin qui si è vista è solo una tregua, mentre i propositi bellicosi rimangono in campo, pronti a nuovi pericolosi e criminali avventurismi.
Buona lettura!
Pino Cabras
…..
Destinatari:
Sua Eccellenza Sig. António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite
Sua Eccellenza Sig.ra Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO.
—– Oggetto: Appello urgente per un’azione contro l’aggressione militare illegale del regime israeliano contro l’Iran —-
Eccellenze,
Il sottoscritto presenta questa formale protesta contro le continue e illegali aggressioni del regime israeliano nei confronti dell’Iran, iniziate il 13 giugno 2025. Tali attacchi costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. Gli attacchi sistematici mettono a rischio la stabilità regionale, la vita dei civili, l’integrità ecologica e il patrimonio culturale globale, superando il semplice conflitto geopolitico e divenendo una minaccia esistenziale a livello internazionale. La scelta deliberata di bersagliare civili, aree residenziali e istituzioni sovrane mina l’ordine giuridico internazionale, rischiando una catastrofe irreversibile. La situazione richiede un intervento urgente prima che siano esaurite le capacità diplomatiche e di mitigazione. Si sollecita con forza che questo appello non venga considerato come una procedura ordinaria, ma come un solenne e definitivo appello urgente all’azione — un appello che rende necessaria l’immediata e coordinata mobilitazione di tutte le risorse giuridiche, diplomatiche e istituzionali, al fine di prevenire l’avvio di una disintegrazione sistemica irreversibile della legittimità e della credibilità delle istituzioni internazionali.
I dati verificati confermano un’aggressione sistematica e deliberata contro la popolazione civile iraniana e le infrastrutture critiche. Non si tratta di danni collaterali, ma di una strategia mirata a smantellare i pilastri della vita civile, in particolare nei settori della sanità, istruzione, ricerca scientifica, energia e conservazione culturale.
Ad oggi, gli attacchi israeliani in Iran hanno causato oltre 415 morti e circa 1.550 feriti, il 90% dei quali civili, con un alto numero di donne e bambini tra le vittime. Sono stati colpiti intenzionalmente anche scienziati e ufficiali militari di rilievo. Gli attacchi su zone residenziali, ospedali, centri di ricerca e siti religiosi evidenziano una violenza indiscriminata priva di legittimità militare.
Al momento del presente appello, le forze israeliane hanno condotto 125 attacchi su aree residenziali, civili, governative, scientifiche, industriali e militari. L’ampiezza geografica e la frequenza degli attacchi rivelano un’escalation coordinata in grave violazione dei principi di “distinzione” e “proporzionalità” sanciti dal diritto internazionale umanitario.
I danni materiali sono estesi. I danni fisici immediati sono stimati tra i 3,2 e 4,9 miliardi di dollari, mentre le perdite economiche a lungo termine superano i 10 miliardi a causa del crollo infrastrutturale e del calo delle entrate petrolifere. La distruzione di aeroporti, impianti idrici, raffinerie e siti nucleari ha paralizzato i servizi essenziali e la vita pubblica.
Il comportamento aggressivo del regime israeliano rappresenta una violazione grave della Carta dell’ONU, del diritto internazionale umanitario, delle leggi di guerra e delle norme universali sui diritti umani. Si tratta di una grave lesione del principio di sovranità nazionale, con conseguenze catastrofiche sulla vita civile, sulle infrastrutture e sulla stabilità internazionale.
- Ai sensi dell’articolo 2(4) della Carta ONU, l’uso della forza è vietato se non autorizzato dal Consiglio di Sicurezza o giustificato dall’autodifesa secondo l’articolo 51. Le azioni del regime israeliano soddisfano la definizione di aggressione di cui alla Risoluzione dell’Assemblea Generale ONU 3314 (1975), e sono perseguibili ai sensi dello Statuto di Roma e della Convenzione del 2010 sul crimine di aggressione.
- Gli attacchi violano costantemente il diritto umanitario, soprattutto il principio di distinzione (Articolo 48 del Protocollo Addizionale I del 1977 e Regola 1 del Diritto Internazionale Umanitario consuetudinario). Gli attacchi a case, ospedali, scuole e siti culturali violano gli articoli 51(2) e 52(2), nonché la regola 14 che proibisce danni collaterali eccessivi. Vi sono prove di violazioni della regola 103 sul divieto di punizioni collettive.
- Anche il principio di proporzionalità (Articolo 51(5)(b) del Protocollo I) è stato violato. Gli attacchi alle infrastrutture idriche ed energetiche hanno causato crisi umanitarie sproporzionate ai fini militari, con blackout, scarsità d’acqua e collasso dei sistemi sanitari.
- Gli attacchi a strutture scientifiche e nucleari violano gli Accordi di salvaguardia dell’AIEA, le risoluzioni GC(XXIX)/RES/444 e GC(XXXIV)/RES/533. Tali azioni violano l’Articolo 1 della Convenzione del 1994 sulla sicurezza nucleare e richiamano precedenti attacchi già condannati, in particolare la Risoluzione 487 (1981) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite relativa al reattore Osirak in Iraq.
- Le uccisioni mirate di scienziati e ufficiali sono omicidi extragiudiziali, in violazione dell’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e configurano crimini di guerra secondo lo Statuto di Roma, in particolare quando è assente il dovuto processo.
- Gli attacchi a siti che contengono forze pericolose (reattori nucleari, impianti chimici) violano l’articolo 56 del Protocollo I e la Regola 42 del DIU consuetudinario, che impongono precauzioni per evitare danni ambientali e civili su larga scala.
- La distruzione di università, patrimoni culturali e istituzioni di ricerca viola l’art. 15(1)(b) del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (1966), ostacolando lo sviluppo nazionale e il patrimonio culturale e scientifico globale.
Alla luce delle gravi e crescenti violazioni sopra esposte, e in conformità con le responsabilità giuridiche e morali attribuite agli organismi sotto la vostra giurisdizione, sollecitiamo l’immediata attuazione delle seguenti misure per tutelare il diritto internazionale e prevenire danni irreversibili all’ordine globale e alla comunità internazionale:
- una condanna formale e inequivocabile degli attacchi del regime israeliano, riconoscendoli come violazioni del diritto internazionale — inclusi, ma non limitatati ad essi, il diritto internazionale umanitario, le norme sui diritti umani e le leggi sulla sicurezza nucleare — nonché come un affronto alla sovranità della Repubblica Islamica dell’Iran e alla pace e sicurezza internazionali..
- La convocazione urgente di una sessione straordinaria del Consiglio di Sicurezza e/o dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (in base alla formula “Uniting for Peace”) per discutere le conseguenze giuridiche e geopolitiche delle azioni del regime israeliano.
- L’istituzione di una missione internazionale d’inchiesta imparziale sotto l’egida dell’ONU, con il coinvolgimento dei Relatori Speciali competenti, per indagare sulla legittimità e sull’impatto umanitario degli attacchi
- Il deferimento delle aggressioni alla Corte Penale Internazionale, per un esame preliminare ai sensi degli articoli 7 e 8 dello Statuto di Roma.
- L’adozione di una risoluzione vincolante che imponga la cessazione delle ostilità, il risarcimento dei danni e garanzie di non ripetizione.
- L’invio da parte dell’UNESCO di esperti per valutare i danni subiti dalle istituzioni educative, scientifiche e culturali.
- L’emanazione di misure internazionali di salvaguardia per proteggere gli impianti nucleari dagli attacchi militari.
Questa non è una crisi nazionale, né una questione regionale, ma un grave attacco all’ordine giuridico e morale che sostiene le fondamenta universali e condivise del diritto internazionale e della civiltà. Il silenzio e l’inazione comporterebbero un degrado irreversibile dell’ordine internazionale, mettendo a rischio la pace, il sapere e la sopravvivenza dell’umanità stessa. Il popolo iraniano, unito, sostiene la propria nazione e condanna moralmente il regime sionista.
Ora è il momento di agire — con decisione, legalità e urgenza.
Esortiamo le Vostre Eccellenze ad agire.
Distinti saluti,
21 giugno 2025
Prof. Saied Reza Ameli (IRAN)
Titolare della Cattedra UNESCO su Ciberspazio e Cultura: Doppia spazializzazione del Mondo (UCCC)
(UNESCO n. 2015IR1107), Preside della Facoltà di Studi – Università di Teheran.

Firmatari:
Prof. Seyed Mohammad Marandi (IRAN)
Professore all’Università di Teheran
Massoud Shadjareh (IRAN)
Presidente della Commissione Islamica per i Diritti Umani – Londra, con status consultivo presso il Dipartimento ONU per gli Affari Economici e Sociali
Scott Ritter (USA)
Ex ispettore per le armi della Commissione Speciale delle Nazioni Unite
Prof. Norman Finkelstein (USA)
Politologo, figlio di sopravvissuti all’Olocausto
Prof. Richard Falk (USA)
Professore emerito di diritto internazionale a Princeton, ex Relatore Speciale dell’ONU
Prof. Jan Kavan (Repubblica Ceca)
Presidente dell’Assemblea Generale ONU 2002–2003, ex Ministro degli Esteri
Prof. Yanis Varoufakis (Grecia)
Economista, ex Ministro delle Finanze, professore a Londra, Sydney e Atene
Denis Halliday (Irlanda)
Ex Vice Segretario Generale ONU, ex Coordinatore Umanitario ONU in Iraq
Alberto Bradanini (Italia)
Ex direttore degli Istituti ONU per la Ricerca sul Crimine, ex ambasciatore in Iran e Cina, presidente del Centro Studi sulla Cina Contemporanea
Hans-Christof Graf von Sponeck (Germania)
Ex Vice Segretario Generale ONU, ex Coordinatore Umanitario ONU in Iraq
Cindy Sheehan (USA)
Attivista pacifista e scrittrice, candidata vicepresidente 2012 per il Peace and Freedom Party
Gen. Raimondo Caria (Italia)
Generale in congedo dell’Esercito Italiano
Dott. Ajamu Baraka (USA)
Candidato vicepresidente per il Partito Verde nel 2016, direttore di Black Alliance for Peace
Aiman Athirah Sabu (Malaysia)
Vice Ministro per l’Abitazione, già parlamentare e vice Ministro per le Donne e la Famiglia
Alain Corvez (Francia)
Ex consigliere del comando delle forze ONU nel Libano del Sud
Ralph Bosshard (Svizzera)
Ex consigliere militare del Segretario Generale dell’OSCE
Mick Wallace e Clare Daly (Irlanda)
Ex europarlamentari, politici
Tommy Sheridan (Scozia)
Ex membro del Parlamento Scozzese
Prof. Jean Bricmont (Belgio)
Fisico teorico e filosofo della scienza, professore all’Università Cattolica di Lovanio
Dott. Michael Springmann (USA)
Ex diplomatico, avvocato
David Barsamian (USA)
Fondatore e direttore di Alternative Radio, scrittore
Art Olivier (USA)
Ex candidato vicepresidente per il Partito Libertario, ex sindaco di Bellflower (CA)
Pino Cabras (Italia)
Ex vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, responsabile esteri del partito Democrazia Sovrana e Popolare
Prof. Santiago Zabala (Spagna)
Filosofo e professore di ricerca ICREA all’Università Pompeu Fabra
Prof. Michel Chossudovsky (Canada)
Economista, professore emerito all’Università di Ottawa, direttore del Centre for Research on Globalization
Prof. Farid Esack (Sudafrica)
Commissario per la parità di genere nominato da Nelson Mandela, docente a Johannesburg e Harvard
Prof. Hamid Algar (USA)
Professore emerito di Studi Persiani all’Università della California, Berkeley
Imam Suhaib Webb (USA)
Ex imam del Centro Culturale Islamico di Boston, ex studioso residente all’Università di New York
Iurie Roșca (Moldavia)
Ex vice primo ministro e parlamentare per quasi 20 anni
Datuk Raja Kamarul Bahrin (Malaysia)
Ex Vice Ministro per l’Abitazione e il Governo Locale
Sara Flounders (USA)
Codirettrice dell’International Action Center, membro della Segreteria del Workers World Party
Sheikh Ahmad Awang (Malaysia)
Presidente dell’Alleanza delle Moschee Mondiali per la Difesa di Al-Aqsa, ex presidente dell’Associazione degli Ulema malesi
David Swanson (USA)
Direttore esecutivo di World Beyond War, attivista pacifista
MP Suhaizan Kayat (Malaysia)
Deputato del Partito Nazionale della Fiducia, ex segretario politico dei Ministri per il Commercio Interno
Prof. Mazin B. Qumsiyeh (Palestina)
Direttore del Museo di Storia Naturale e dell’Istituto per la Biodiversità dell’Università di Betlemme
MP Mohd Sany Hamzan (Malaysia)
Deputato del Partito Nazionale della Fiducia
Prof. Ramón Grosfoguel (Porto Rico)
Sociologo, professore emerito all’Università della California, Berkeley
Dott.ssa Zareena A. Grewal (USA)
Antropologa storica, professoressa a Yale, regista di documentari
MP Aminolhuda Hassan (Malaysia)
Deputato del Parlamento
Prof. Abbas Edalat (Regno Unito-Iran)
Professore di informatica e matematica all’Imperial College di Londra, fondatore di CASMII (Campagna contro le sanzioni e l’intervento militare in Iran)
MP Ahmad Tarmizi bin Sulaiman (Malaysia)
Deputato del Parlamento, già vicepresidente del Consiglio Consultivo Islamico della Malesia
Dott.ssa Alice Rothchild (USA)
Ex professoressa alla Harvard Medical School, autrice e regista
MP Azli Yusof (Malaysia)
Deputato del Partito Nazionale della Fiducia
Prof.ssa Jodi Dean (USA)
Teorica politica, professoressa al Hobart and William Smith Colleges, ex Erasmus Professor alla Erasmus University di Rotterdam
Sen. Mohd Hatta Ramli (Malaysia)
Senatore, medico, già Vice Ministro per lo Sviluppo Imprenditoriale
Prof. Haim Bresheeth (Regno Unito)
Ex professore alla School of Oriental and African Studies (SOAS), Università dell’East London
Sen. Mujahid Yusof Rawa (Malaysia)
Senatore, ex Ministro per gli Affari Religiosi
Prof. James H. Fetzer (USA)
Professore emerito di filosofia della scienza all’Università del Minnesota-Duluth
Abdul Ghani Samsudin (Malaysia)
Presidente della Segreteria dell’Assemblea degli Ulema dell’Asia
Miko Peled (USA)
Attivista pacifista e autore
Wan Mohamad Sheikh Abdul Aziz (Malaysia)
Presidente dell’Associazione degli Ulema della Malesia, ex direttore generale del Dipartimento per lo Sviluppo Islamico
Rev. Dr. Stephen Sizer (Regno Unito)
Ex vicario della Christ Church di Virginia Water (Surrey), direttore della Peacemaker Trust
Prof. William O. Beeman (USA)
Professore emerito di antropologia all’Università del Minnesota
Lauren Booth (Regno Unito)
Scrittrice, giornalista e attivista contro la guerra
Prof. Kevin B. MacDonald (USA)
Professore emerito di psicologia evoluzionistica alla California State University, Long Beach
Prof. Lawrence Davidson (USA)
Professore emerito di storia del Medio Oriente alla West Chester University
Prof. Augusto Sinagra (Italia)
Professore emerito di diritto europeo all’Università “La Sapienza” di Roma
Prof. Claudio Mutti (Italia)
Ex docente all’Università di Bologna, direttore della rivista Eurasia, Rivista di Studi Geopolitici
Prof. Claudio Moffa (Italia)
Ex docente di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università di Teramo
Prof. Angelo d’Orsi (Italia)
Storico della filosofia, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Torino
Prof. David Miller (Regno Unito)
Sociologo, già professore alle Università di Strathclyde, Bath e Bristol
Prof. Jacek Bartyzel (Polonia)
Professore di filosofia politica e teoria politica all’Università Nicolaus Copernicus
Ali Hassan (Regno Unito)
Direttore del Muslim Public Affairs Committee UK
Dott.ssa Laurie King (USA)
Docente di antropologia all’Università di Georgetown
Prof.ssa Maria Poumier (Francia)
Ex docente all’Università della Sorbona, oggi docente all’Università dell’Avana
Prof. Denis Rancourt (Canada)
Ex professore all’Università di Ottawa, co-direttore di CORRELATION Research in the Public Interest
Prof. Rodney Shakespeare (Regno Unito)
Economista e professore presso l’Università Trisakti
Prof. Bruno Drweski (Francia)
Docente presso l’Istituto Nazionale di Lingue e Civiltà Orientali (Université Paris-Cité)
Prof.ssa Pamela S. Murray (USA)
Storica, professoressa emerita all’Università dell’Alabama a Birmingham
Dott. E. Michael Jones (USA)
Ex docente al Saint Mary’s College (Indiana), fondatore della rivista Culture Wars
Sandew Hira (Paesi Bassi)
Fondatore della Rete Internazionale Decoloniale, direttore dell’Istituto Internazionale per la Ricerca Scientifica
Dott. Denijal Jegić (Libano)
Docente di comunicazione all’Università Americana del Libano
Dott. Konrad Rekas (Polonia – Scozia)
Docente alla Nottingham Trent University
Dott. Ladislav Zemanek (Repubblica Ceca)
Storico, ricercatore presso il China-CEE Institute, ex politico
Dott.ssa Marta Araújo (Portogallo)
Ricercatrice senior presso il Centro di Studi Sociali dell’Università di Coimbra
Daniel Estulin (Lituania)
Scrittore, studioso, esperto del gruppo Bilderberg
Robert Fantina (Canada)
Membro del consiglio direttivo di Canadian Voices for Palestinian Rights
Alison Weir (USA)
Giornalista investigativa, fondatrice di If Americans Knew, presidente del Council for the National Interest
David Rovics (USA)
Cantautore pacifista
Jennifer Loewenstein (USA)
Attivista e giornalista, collaboratrice di Journal of Palestine Studies e CounterPunch
Pepe Escobar (Brasile)
Analista geopolitico e giornalista
William Rodriguez (USA)
Attivista contro la guerra
Rabbi Ahron Cohen (Regno Unito)
Portavoce del gruppo religioso ebraico Neturei Karta
John Minto (Scozia)
Co-presidente del Palestine Solidarity Network Aotearoa
Dott.ssa Yvonne Ridley (Regno Unito)
Giornalista, autrice e attivista contro la guerra
Dott.ssa Valérie Bugault (Francia)
Analista geopolitica e giornalista
Prof. Ahmed Bensaada (Canada)
Accademico, scrittore, vincitore del Premio del Primo Ministro del Canada per l’insegnamento superiore
Dott. Christian Bouchet (Francia)
Ex politico e attivista contro la guerra, dottore in antropologia
Jean Michel Vernochet (Francia)
Ex giornalista di Le Figaro Magazine, scrittore
Dott. Kevin J. Barrett (USA)
Arabista e islamologo, già professore all’Università del Wisconsin–Madison
Rev. Dr. Andrew Ashdown (Regno Unito)
30 anni di iniziative e dialoghi interreligiosi in Africa, Medio Oriente e Regno Unito
Youssef Hindi (Francia)
Scrittore, storico delle religioni e geopolitologo
Rabbi Dovid Feldman (USA)
Membro del gruppo religioso ebraico Neturei Karta
Sander Hicks (USA)
Chitarrista, editore e attivista pacifista
Peter Koenig (Svizzera)
Economista e analista geopolitico con oltre 30 anni di esperienza presso la Banca Mondiale, l’OMS e la Cooperazione Svizzera allo Sviluppo
Imam Muhammad al-Asi (USA)
Ex imam del Centro Islamico di Washington, ricercatore presso l’Istituto per il Pensiero Islamico Contemporaneo
Padre Dave Smith (Australia)
Educatore sociale, attivista contro la guerra
Jürgen Cain Külbel (Germania)
Giornalista investigativo e scrittore
Greta Berlin (USA)
Cofondatrice del movimento Free Gaza
Eric Walberg (Canada)
Esperto geopolitico e scrittore
Merlin Miller (USA)
Candidato indipendente alle presidenziali 2012, regista cinematografico
Howard Druan (USA)
Membro del Partito Verde, ex avvocato iscritto all’Ordine dell’Arizona
Adrián Salbuchi (Argentina)
Analista politico e scrittore
Dragana Trifković (Serbia)
Direttrice del Centro per gli Studi Geostrategici di Belgrado
Hafsa Kara-Mustapha (Regno Unito)
Giornalista e autrice, esperta delle relazioni tra il Nord Africa e il Regno Unito
Prof.ssa Paulina Aroch Fugellie (Messico)
Docente al Dipartimento di Scienze Umane dell’Università Autonoma Metropolitana
Dott. Lorenzo Maria Pacini (Italia)
Responsabile del Dipartimento di Geopolitica presso UniDolomiti di Belluno, docente alla Libera Università
Nina Luxenberg (USA)
Politica e membro del Partito Verde
Lucien Cerise (Francia)
Autore di Gouverner par le chaos, attivista contro la guerra
Prof.ssa Andrea Meza Torres (Messico)
Docente al Dipartimento di Antropologia dell’Università Autonoma Metropolitana
Dott. Abdullah Sudin Ab Rahman (Malaysia)
Presidente di HALUAN (aiuti umanitari, istruzione e sviluppo comunitario), ex direttore esecutivo del Darulnaim College of Technology
Leslie Varenne (Francia)
Giornalista, fondatrice dell’Istituto per il Monitoraggio e lo Studio delle Relazioni Internazionali (Iveris)
Dott. Daniele Trabucco (Italia)
Professore ordinario di diritto costituzionale presso l’Istituto Universitario San Domenico di Roma
Dott. Leonid Savin (Russia)
Analista geopolitico, direttore di Geopolitika.ru, fondatore della Journal of Eurasian Affairs
Prof. Jeff Cohen (USA)
Professore in pensione all’Ithaca College, cofondatore del RootsAction Education Fund
Caleb Maupin (USA)
Fondatore del Center for Political Innovation, giornalista
Zaher Birawi (Regno Unito/Palestina)
Presidente del Palestine Forum of Britain, giornalista
Muhammad Rabbani (Regno Unito)
Direttore generale di CAGE International, gruppo per i diritti e l’empowerment
Margherita Furlan (Italia)
Giornalista e direttrice di Casa del Sole TV
Thami Khalid (Belgio)
Codirettore di Justice Sans Frontières
Jacob Cohen (Francia)
Accademico, romanziere e attivista contro la guerra
Richard Ray (USA)
Editore e attivista pacifista
Ernest H. Wittenbreder Jr. (USA)
Presidente del Power Electronics Innovations Laboratory
Mary Gleysteen (USA)
Membro del Ground Zero Center for Nonviolent Action
Dott. Shahridan Faiez (Malaysia)
Direttore di Think City
Balkhisa Bashir (Regno Unito)
Cofondatrice e direttrice della Barwaqa Relief Organisation
Dott. Michael Spath (USA)
Fondatore dell’Indiana Center for Middle East Peace
Gordon Duff (USA)
Veterano della guerra del Vietnam, attivista contro la guerra
Mohd Azmi Abdul Hamid (Malaysia)
Presidente del Consiglio Consultivo delle Organizzazioni Islamiche della Malesia
Ahmad Fahmi Shamsuddin (Malaysia)
Presidente del Movimento Giovanile Musulmano della Malesia
Glen Milner (USA)
Ground Zero Center for Nonviolent Action
Wording Saidi (Belgio)
Portavoce delle Pantere di Bruxelles
Mouhad Reghif (Belgio)
Portavoce delle Pantere di Bruxelles